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Category: clima ed energia

Direttiva case green: le scadenze da tenere a mente

Direttiva case green: le scadenze da tenere a mente

Alla luce della bozza della direttiva dell’Unione Europea, si desidera fare informazione cercando d’essere semplici e schematici, parliamo dell’’adeguamento in termini di efficienza degli edifici che dovrà avvenire sostanzialmente in due step: entro il 2030 si dovrà raggiungere la classe E ed entro il 2033 la classe D per quanto riguarda gli immobili residenziali, su cui Spaziourbano è concentrata.

La direttiva non dà solo indicazioni sulla riqualificazione degli immobili, residenziali e non residenziali, ma prevede anche una serie di scadenze finalizzate a ridurre in maniera significativa le emissioni degli edifici nell’arco di una ventina di anni. Nel dettaglio tutte le scadenze da ricordare a partire dal recepimento della direttiva, che potrebbe arrivare nel mese di luglio 2025, fino al 2040, anche se già dal 1° gennaio 2024 dovrebbe scattare il divieto di agevolazioni fiscali per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili.

Il recepimento

marzo 2023: approvazione da parte della plenaria che dovrebbe approvare la proposta del parlamento Ue sulla direttiva Epbd, in calendario dal 13 al 16 marzo;

luglio 2023: approvazione della direttiva per l’estate del 2023 (successivamente il recepimento da parte dei Paesi membri);

luglio 2025: in caso di approvazione nel mese di luglio 2023, il recepimento della direttiva da parte dei Paesi membri dovrebbe arrivare per l’estate 2025.

Limiti per le caldaie

1° gennaio 2024: scatta il divieto di agevolazioni fiscali per l’installazione di caldaie che funzionano con combustibili fossili;

agosto 2025: il divieto di usare riscaldamento a combustibili fossili sia per gli edifici nuovi che per quelli ristrutturati (esclusi i sistemi ibridi e quelli che funzionano a combustibili rinnovabili);

dal 2035, salvo la richiesta all’Europa di un posticipo al 2040, il bando delle vecchie caldaie.

Gli edifici a zero emissioni

1° gennaio 2026: gli edifici occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici dovranno essere a zero emissioni;

1° gennaio 2027: le unità e gli edifici non residenziali dovranno essere in classe E/F per edifici non residenziali e pubblici;

1° gennaio 2028: tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni (Zeb);

1° gennaio 2030: le unità e gli edifici non residenziali dovranno essere almeno in classe energetica D; le unità e gli edifici residenziali dovranno essere almeno in classe energetica E;

1° gennaio 2033: le unità e gli edifici residenziali dovranno essere almeno in classe energetica D;

31 dicembre 2035: stop all’utilizzo dei combustibili fossili negli edifici (possibile una proroga nel caso in cui non sia tecnicamente fattibile);

1° gennaio 2037: stop alla deroga che consente di abbassare gli standard energetici per alcuni edifici residenziali (fino a un massimo del 22% del patrimonio immobiliare).

L’energia solare

31 dicembre 2026: l’installazione di impianti a energia solare su tutti gli edifici pubblici e non residenziali esistenti;

31 dicembre 2028: l’installazione di impianti a energia solare su tutti gli edifici residenziali e sulle coperture dei parcheggi;

31 dicembre 2032: l’installazione di impianti a energia solare su tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti.

Ultime scadenze 2040

31 dicembre 2040: termine ultimo per l’eliminazione dei combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento.

Il prossimo passo sarà l’esame della plenaria dove avrà inizio il “trilogo”, ossia un negoziato fra le tre Istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio) e, probabilmente con ulteriori novità e modifiche, si avvierà verso la versione finale del testo da approvare. Solo allora si passerà al recepimento da parte di ciascun Paese membro dell’Eurozona.

Con questa frase finale pensiamo possano cambiare dei dettagli ma non la sostanza e che ogni proprietario di casa debba sensibilizzarsi alla circostanza da subito, insieme a tutti i professionisti trasversali (ammri di condominio, tecnici, aziende) e, soprattutto, che la questione non debba essere metabolizzata con negatività (costi nuovi) ma come opportunità e, se proprio dovesse risultare complesso, come doverosa attenzione alla nostra casa: la Terra.

Energia & clima

Apriamo la nuova stagione lavorativa ‘22/23 con un articolo d’attualità strettissima, l’energia ed il clima.

La professione di agente immobiliare nell’ultimo decennio ha beneficiato di cambiamenti importanti in ragion di competenze aggiuntive, attenzioni e sicurezza. Una di queste è parte dell’argomento centrale del presente blog, tutto partito da quella che si chiamava A.C.E. (attestato di certificazione energetica) ora A.P.E. (attestato di prestazione energetica). Si è partiti da lontano per iniziare a capire quanto consumasse in termini energetici un complesso immobiliare, un’abitazione o affine, sino ad oggi in cui un po’ tutti abbiamo consolidato una cultura “ecologica” migliore, soprattutto quando la sensibilità verso di essa è abbinata ad un risparmio in termini di costi.

La recente guerra in Ucraina ha, tra le tante cose, fatto suonare l’allarme sui contenimenti sull’uso delle scorte energetiche, si parla di restrizioni prossime nell’uso del gas, per cui con diligenza abbiamo pensato di verificare come il mondo Real Estate si stesse predisponendo per garantire ai nostri clienti informazioni e vision ad ampio spettro. Abbiam individuato nei condomini i nostri interlocutori, nella figura degli amministratori, abbiamo condiviso l’aspetto con lo studio di amministrazione Am-Co per ottenere e stilare quanto segue, buona lettura.

Negli ultimi decenni le esigenze abitative delle persone sono cambiate e rispetto al passato viene data molta più attenzione al comfort domestico, oltre che al risparmio in bolletta. Nel frattempo, sono arrivate Direttive europee e Leggi nazionali che hanno stabilito parametri di consumo energetico sempre più stringenti per l’edilizia, con l’obiettivo di abbassare le emissioni di gas a effetto serra del settore. L’emergenza clima, infatti, oggi è diventata una vera e propria priorità. Ma se i nuovi edifici, rispettosi delle attuali normative, sono estremamente virtuosi in fatto di efficienza, resta da portare avanti un immane lavoro di riqualificazione del patrimonio esistente.

Il parco edilizio italiano, infatti, è vecchio ed energivoro. L’Enea stima che circa il 60% degli edifici nazionali appartengano alle due classi energetiche peggiori (G ed F) e l’impatto dei condomini sulle emissioni è certamente enorme, dato che se ne contano a livello nazionale circa 2 milioni. Tuttavia, vi sono criticità che ostacolano la diffusione della riqualificazione energetica dei condomini, riconducibili prevalentemente ai costi in gioco e alle complessità tecniche e organizzative per la realizzazione degli interventi: per abbattere tutte queste barriere, l’opera di sensibilizzazione dell’amministratore di condominio e dei tecnici nei confronti nelle famiglie è fondamentale.

Il Superbonus 110% è sicuramente un’opportunità unica e irrinunciabile per porre mano alla riqualificazione energetica dei condomini: anche se le complessità “burocratiche” non mancano, questa agevolazione eccezionale permette di abbattere completamente la barriera dei costi a carico delle famiglie.

I VANTAGGI DI UN CONDOMINIO EFFICIENTE

Chi vive in appartamento conosce bene i problemi legati a condomini inefficienti e vecchi impianti di riscaldamento centralizzati: il livello di comfort è spesso scarso, con differenze significative nelle varie unità abitative, e non c’è autonomia della gestione oraria della temperatura desiderata; inoltre, ma non meno importante, ci sono ingenti sprechi di energia che si riflettono sull’ambiente e sulla bolletta.

Questi difetti “strutturali” che caratterizzano i condomini di vecchia generazione sono dovuti da un lato alle scarse prestazioni dell’involucro edilizio che causano dispersioni termiche, dall’altro alla presenza di centrali termiche obsolete e inefficienti e terminali che funzionano ad alta temperatura.

E il Superbonbus, come spieghiamo meglio nel capitolo seguente, pone l’attenzione proprio su questi due aspetti individuando le tipologie di interventi trainanti.

Riqualificando energeticamente il proprio condominio si ottengono i seguenti benefici:

  • aumento del livello di comfort e salubrità nelle unità abitative;
  • possibilità di eliminare le restrizioni negli orari di funzionamento, in caso di riscaldamento centralizzato, modificando le condizioni climatiche dell’appartamento nella giornata in funzione delle proprie esigenze;
  • netta diminuzione dei consumi termici e delle bollette (con abbattimento delle spese condominiali se il riscaldamento è centralizzato);
  • diminuzione dell’impatto ambientale dell’immobile e delle emissioni nocive locali inquinanti (ossidi di zolfo e azoto, polveri sottili, sostanze organiche volatili);
  • miglioramento del livello di sicurezza generale del condominio e dei singoli condòmini (si pensi alla sostituzione degli infissi o alla diminuzione dei rischi di malfunzionamento e incidenti sostituendo la vecchia caldaia);
  • guadagno in termini di valore di mercato dell’immobile.

La tendenza delle nuove edificazioni è già da qualche anno in linee con queste azioni/risultati, non a caso sono anche quegli asset che cedono sempre poco a crisi, cambiamenti, cali di domanda o quant’altro attinente. È il futuro, un futuro ormai presente per cui è irresponsabile ed impensabile voltargli le spalle, la domanda sarà sempre più attenta a gratificare beni efficienti rispetto categorie rimaste obsolete nell’argomento.

Energia & clima

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