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STORYTELLING IMMOBILIARE

STORYTELLING IMMOBILIARE

Storytelling Immobiliare: dietro ad ogni proprietario e acquirente ci sono storie e percorsi diversi, la casa è il rifugio da cui tutto nasce e che custodisce ricordi, sogni e aspirazioni.

Quanto racconta la nostra casa di quello che siamo?

E quanto racconta la casa che stiamo cercando di quello che vorremmo cambiare?

Cos’è dunque lo storytelling? E’ l’insieme di strategie atte a valorizzare il potenziale narrativo di un’azienda, raccontarla, avendo cura di usare tutti gli strumenti a disposizione per cui, a titolo esaustivo ma sintetico: social, siti istituzionali, convention, blog, recensioni e ogni altro canale utile.

L’obiettivo? Ottenere benefici d’immagine, distinguersi.

Questo stile di comunicazione riteniamo sia il nuovo marketing perché fare storytelling, al contrario di quanto molti credono, non è solo raccontare la storia di un brand; significa creare un intero universo narrativo incentrato proprio sul lettore.

Attenzione, fare storytelling genera assonanza con le emozioni, deve essere insieme di azioni coordinate, tendere ad essere gradevoli e positive ma soprattutto vere, risultare congrue ed equilibrate.

Pensate ad un uomo che corteggia una donna, l’indole del primo è apparire super, facendo mettere in risalto talvolta caratteristiche non proprie, oscurandone delle altre introvabili. Follia, ecco, quando si raggiunge la maturità che sia sufficiente piacere a sé stessi, quando si dice e si fa ciò che rientra nelle proprie corde, ecco che si diventa interessanti e si attira a sé il target giusto. Stessa cosa in ogni ambito di vita. Esempio: Spaziourbano non piace ai furbi, a chi desidera raggiungere la luna e poi anche di più, a chi vuole usare le nostre compravendite per mutui acrobatici, a tutti questi soggetti non piacciamo e speriamo continui così…

Pensiamo dunque alla casa, alla sua descrizione, riferirsi alle proprietà in vendita come “oggetti” viene spontaneo per chi tutti i giorni ci lavora con essi, urge capire una cosa però: di fronte non si hanno dei semplici acquirenti; bensì delle persone che stanno facendo una scelta di vita. Faranno dei sacrifici, magari aderiranno ad un mutuo o lasceranno semplicemente il loro primo nido. Non cercano una soluzione immobiliare, vorranno uno spazio in cui vivere una vita migliore.

Ecco perché  la vendita di una casa, dal mono alla villa, richiede la fornitura degli strumenti validi al proprio cliente per iniziare a costruire la sua personale storia, proprio con quell’immobile proposto. Che intrecci eh, si parte a parlare di Noi per arrivare a Voi, incredibile vero?

È evidente che questo stile di comunicazione, attento alle emozioni ed al trasferimento della propria autenticità, permetta agli utenti di scegliere ancor prima di conoscere.

“Perdindirindina Davide, non ho mai visto la cosa da questo punto di vista, ora sono tagliato fuori, chi ha mai investito tempo in questa direzione, oddio…” No dai, nessuno è mai tagliato fuori a meno che non lo decida lui stesso. Si può sempre iniziare, e con ciò, essere più avanti di chi ancora non pensa di farlo.

In Spaziourbano, da diversi anni, abbiamo aderito a questo stile marketing non fosse solo per lasciare prove su quanto raccontiamo di persona, permettere di trovare riscontri di coerenza tra realtà e web, pensieri ed azioni. Osservate i nostri canali di comunicazione in questa nuova ottica, è un giochino carino. Oggigiorno l’economia sta subendo ulteriori e continue mutazioni, sempre più veloci, stare dietro al mondo è difficile e per questa ragione si è scelto di pensare di costruire un’immagine fedele di Noi, perché riteniamo qualifichi più ciò che si fa rispetto a quello che si dice o meno.

Lavorare in questa direzione chiede sforzi, tempo, credere in qualcosa che non produce immediati risultati, analisi di errori che dopo paiono banali, tante cose, tante, tante, ma se lo si fa con passione e dedizione nessun percorso sarà inutile.

Dostoevskij ci ha lasciato un concetto sfolgorante quanto semplice: “la bellezza salverà il mondo”, e quale se non d’animo? 

Non siamo perfetti, non siamo i migliori, non desideriamo essere opinion leader, solo osservare i sorrisi di chi ci ha donato fiducia.

Anche questo articolo è storytelling Spaziourbano 😉

DAVIDE BOSISIO

 

BAGGIO: GRANDE QUARTIERE DI MILANO RICCO DI STORIA

Allora, da dove parto.

Questa mattina è stata bellissima !

Io ed il mio socio, Daniele Modugno, abbiamo ricevuto il grande privilegio di effettuare una visita guidata con quello che è recentemente stato un nostro cliente, ora considerato da tutti noi un amico. Giorgio Uberti, grande cultore della storia e guida ufficiale nelle meraviglie “baggesi”, ha mantenuto la promessa di permetterci di conoscere meglio il territorio principe in cui operiamo professionalmente spaziando dalla struttura geografica pre assimilamento a Milano sino al post.

Abbiamo scoperto tante cose che non sapevamo e, udite udite, abbiamo visto da vicino l’organo, ci siamo entrati all’interno, lo abbiamo suonato alla vecchia maniera, io giravo la manovella che pompa aria e Daniele ha dato voce ad esso con un paio di note. Bellissima esperienza, vi lascio delle fotografie di supporto.

Baggio, come molti sanno, fu un Comune nelle campagne milanesi e solo dal 1923 divenne parte integrante di Milano città. Avvenne per ragioni politiche, eccessivamente dispendioso mantenere troppi comuni indipendenti, il fascismo voleva creare maestosità e Milano doveva esserne simbolo. Oltre Baggio vennero annessi comuni quali Trenno, Affori, Niguarda, Lambrate e diversi altri che oggi chiudono i confini della nostra Città.

Baggio era zona di villeggiatura di signorotti dell’epoca, fu nevralgica per la gestione dei collegamenti tra la vera e vecchia Milano nella cerchia dei Bastioni e la campagna. Era divisa in tre macroaree, quella degli operai intorno a via Rismondo, quella della nobiltà ricca di ville stupende nella zona dove oggi sorge il Comune in piazza Stovani e limitrofi, e l’attuale Baggio vecchia, dove c’è la chiesa con l’organo per intenderci, che era vissuta dagli agricoltori.

E’ stato magico vedere quello che oggi è il Comune, sapere, immaginare che lì ci fosse una scuola, lo stabile accanto che ospita il SERT una volta era un’asilo, il campanile accanto la chiesa, copia identica di quello alle spalle di San Babila.

Entrare nella vecchia chiesa dell’organo, conoscerne l’evoluzione e ricostruzione, salire per una scaletta a chiocciola ed entrare all’interno dell’organo (ho anche sbattuto anche la testa), è stato come tornare indietro nel tempo, poesia.

Non voglio andare oltre, non voglio rubare il mestiere all’amico Giorgio che con il presente documento ringrazio nuovamente per l’empatia riguardo la nostra professione e disponibilità a far accrescere la nostra cultura, voglio invece sottolineare l’importanza di conoscere le proprie origini, aiuta ad apprezzare cosa si possiede e rispettarlo. Nella nostra professione di agenti immobiliari, inoltre, è un plus importante sapere di più sulle zone in cui si lavora oltre quanto possa un “comune mortale”.

Sapete perché si dice: “ va a Bagg a sonà l’orghen”? (vai Baggio a suonare l’organo)

La risposta considerata più realistica, di storie ce ne sono 4/5, riporta ad una punizione per gli allievi del Conservatorio in Piazza San Babila a chi fosse indisciplinato. All’epoca dire vai dal centro di Milano a Baggio era un viaggio, quasi come fosse una località remota. Suonare l’organo di Baggio era una punizione, oggi è usato questo slogan per togliere di mezzo qualche millantatore o scocciatore e mandarlo a fare qualcosa di impossibile.

Se volete apprezzare questo quartiere, riqualificarne la sua vera natura, contattate il Comitato dell’organo di Baggio, sapranno riportarvi con grande maestria in altre epoche. Noi lo abbiamo fatto, è stato stupefacente !

Scegli di vivere a Baggio, non ci vuole coraggio.

Davide Bosisio

BAGGIO: GRANDE QUARTIERE DI MILANO RICCO DI STORIA

EMOTIONAL ARTICLE: NUOVA AVVENTURA, MARZO 2018 – FEBBRAIO 2019, BILANCIO.

Emotional article, e sì, un articolo un po’ diverso dallo stile di argomentazioni cui vi ho abituato. Perché dopo un anno di lavoro nella mia nuova veste professionale ho ritenuto consono dare sfogo alle emozioni, esperienze, risultati e difficoltà che mi hanno accompagnato.

Partiamo dalle emozioni iniziali che erano in me. Paura, eccitazione, sogni. Questo era il mix provato. Paura di non essere abbastanza per affrontare il percorso, eccitato dalla nuova esperienza  prettamente imprenditoriale condita dal sogno di poter vivere libero di decidere del mio destino e dunque non lavorare per assecondare quello di altri. Il mondo immobiliare è più complesso di quello che sembra, un’agenzia competente è sicuramente un elemento importante nella società moderna,  che permette la realizzazione di esigenze di tante persone ovattando le difficoltà del percorso, enfatizzando le emozioni giuste che portano all’acquisto della casa. Ecco, la mia paura più grande era quella di non adempiere al vero ruolo del mediatore, riuscire ad essere empatico con tutte le figure più disparate e generare questo risultato finale. Ma dai, è andata bene, c’è da migliorare, per cui lavorerò duramente al fine di smussare gli angoli del mio carattere che fanno a pugni con specifiche caratteristiche diverse di altre persone.

E’ bello vedere che ogni affare è stato portato a termine senza l’esigenza di professionisti trasversali, è stato bello vedere i volti soddisfatti di clienti, venditori ed acquirenti, felici e convinti di aver colmato la propria esigenza.

Ci sono stati errori, non posso ometterlo o farlo passare in second’ordine, è da qui che nasce il miglioramento, per cui cosa ho sbagliato? In primis a credere nella buona fede di taluni clienti che, come giusto che sia, nel fare i loro interessi, perdono di vista la cura dei rapporti e spesso ho girato a vuoto. Essere meno accomodante e più “aggressivo” è un punto su cui dovrò impegnarmi. Sogni e denari sono come acqua e olio, serve dunque trattarli in due modalità e non solo in una.

E’ stato ad ogni modo un anno fantastico, colorato di emozioni. I colori sono stati determinanti nel renderlo tale. Abbiamo creato un brand Spaziourbano prestige, sul viola, per lavorare sulla nicchia del lusso ancora da strutturare ed affinare, abbiamo generato  la mascotte Blu, il nostro micio stilizzato di riconoscimento, il nome parla da solo. Il più importante è stato il colore giallo perché nel suo essere meraviglioso ed energico ha supportato ogni mia fase, sempre. Il giallo del sole, del mio book di archiviazione contratti e tanto altro, ma non mi dilungo di più, diciamo semplicemente che lo amo .

Concludo questo “emotional article” con un ringraziamento al mio team. Daniele e Stefano, sono due tra i più cari amici di sempre. Ora ho il privilegio di viverli anche nella veste professionale, ma la cosa importante è come sono stato accolto ed assimilato. Hanno usato un termine improprio per definirmi, Top player, ma non lo sono. Sono un onesto e affidabile professionista, il Top player è altro. Ma se mi vedono così dovrò adoperarmi  ancor più duramente. Vedete, lavorare in proprio, fare un mestiere che piace, viverlo e condividerlo con le persone che vorresti, questa è la felicità come in tutte le cose nella vita.

Un saggio diceva “ chi ama ciò che fa non lavora mai “. Condivido a pieno, aggiungo solo che se fatto con persone speciali la vita assume un gusto unico.

Per i nostri clienti, presenti e futuri, è garanzia di solvibilità e cura perché devono sapere che siamo un team affiatato e amiamo ciò che facciamo.

 

Grazie Daniele, Grazie Stefano

 

Davide Bosisio

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