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Tag Archives: tassa di soggiorno

Prima di iniziare!

Prima di iniziare!

Come dicevamo nel primo post, Airbnb dà l’opportunità di guadagnare velocemente una discreta rendita, in base allo spazio che hai a disposizione, costante e in maniera tutto sommato non eccessivamente impegnativa. Tutto ciò è indubbiamente molto interessante, ma prima di utilizzarlo occorre conoscere alcuni aspetti.

Innanzitutto gli aspetti normativi.

E’ importante sapere che questa attività la si può svolgere anche in maniera non imprenditoriale, quindi senza una partita iva, se risponde a queste caratteristiche:

  • Massimo due case o tre stanze, è consentito fino a 6 posti letto totali;
  • Farlo senza fornire servizi aggiuntivi, tipo pulizie giornaliere o colazione. E’ possibile fornire lenzuola e asciugamani e far pagare a parte le pulizie finali.
  • Deve essere saltuario, non per tutto l’anno, generalmente deve essere affittata massimo 200 giorni all’anno, poi dipende anche dalle norme comunali al riguardo.

In generale, per contratti di locazione brevi, si intendono tutti i contratti con una durata inferiore ai 30 giorni. Per questi tipi di contratti non è prevista la registrazione all’Agenzia delle Entrate. Avvalendosi di AIRBNB non è necessario neanche fare un contratto, in quanto è fatto in automatico dalla piattaforma.

Adempimenti:

La prima cosa da fare è sicuramente sentire il Comune della propria città, perché non tutti i Comuni hanno le stesse normative per gli affitti turistici. Occorre quindi andare allo

“sportello unico per le attività ricettive” e sentire cosa prevede il Comune dove è sito lo spazio.

In molte Città c’è l’obbligo della tassa di soggiorno, che è a carico dell’ospite, ma onere del proprietario occupartene, seguendo le procedure fornite dal Comune.

Registrare in questura:

E’ necessaria solo per gli ospiti extracomunitari ed è possibile farla on line. Occorre andare in questura e richiedere il codice personale per potersi registrare e accedere al servizio. Una volta abilitato, è sufficiente registrare i dati degli ospiti.

Un’altra cosa fondamentale da sapere prima di imbattersi in questa avventura è come dichiarare i redditi degli affitti brevi…

I redditi degli affitti brevi, così come tutte le altre locazioni, vanno dichiarate con la dichiarazione dei redditi. E’ possibile farlo con la classica tassazione IRPEF oppure avvalendosi della “Cedolare Secca”. Da quest’anno è in approvazione un decreto che prevede per gli affitti brevi gestiti da privati il regime di “Cedolare Secca” e l’istituzione di un apposito registro dell’Agenzia delle Entrate in cui verranno iscritti i privati che offrono questo servizio.

Con la tassazione a “Cedolare Secca”, quindi, il totale dei tuoi redditi netti percepiti durante l’anno precedente la dichiarazione, verranno tassati del 21%, escludendo chiaramente costi di AIRBNB, pulizie e servizi vari.

Nel prossimo post inizieremo veramente, iscrivendoci al portale di AIRBNB!

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